Certe volte mi dimentico che siamo in quarantena. Sembra che tutti questi giorni siano solo una lunga domenica. Mi guardo allo specchio e mi fermo a pensare a quello che devo fare oggi, ai posti in cui devo andare, agli appuntamenti, alle persone che incontrerò. E poi alle risate coi miei amici, un caffè, le ragazze, tanti sconosciuti da incrociare per strada mentre ognuno segue la propria vita.
Tutto questo mi manca. Perché poi mi ricordo che non posso uscire di casa. Che non posso mettere a rischio la mia salute e quella degli altri. È un po’ come vivere in una grossa cella di isolamento, come quella di Desmond in Lost. Guardo fuori dalla mia finestra e vedo i colori della primavera, l’erba sempre più verde, gli alberi che fioriscono, tanti uccelli che sembravano scomparsi.
Ma non c’è nessuno. Oggi sono 25 giorni che non vedo una persona in carne ed ossa. Zero assoluto. L’altro giorno pensavo che nella vita mi è capitato di fare tante cose strane e di trovarmi in situazioni molto diverse. E una delle cose più importanti che ho imparato è non perdere mai il controllo, respirare, cambiare prospettiva e riuscire ad adattarmi.
Potrei uscire, certo, andare al supermercato, ma da quando è iniziata la quarantena ho deciso di mettermi alla prova e trascorrere tutto questo tempo in totale solitudine. Per capire se il lavoro che ho fatto su me stesso per tanti anni è servito a qualcosa, e scoprire se oggi ho finalmente raggiunto un equilibrio che mi permette di stare bene a prescindere dalle circostanze. Se sono in grado di gestire l’ansia, le paure, il silenzio assordante a tutte le ore.
Perché ho sempre creduto che, per stare bene con gli altri, devi prima stare bene con te stesso. Le altre persone nella nostra vita, gli amori, gli amici, la famiglia, non devono compensare i vuoti che abbiamo dentro e che non sappiamo risolvere da soli. L’equilibrio dobbiamo costruircelo noi, ognuno per se stesso. E a quel punto, le persone che scegli di far entrare nella tua vita, quelle per cui vale la pena rimettere tutto in discussione, sono sempre un valore aggiunto e mai un ripiego.
La quarantena ha fermato le nostre vite frenetiche e ci ha chiuso in casa, molto spesso da soli. E secondo me è la cosa migliore che potesse capitarci, perché per la prima volta siamo costretti a guardarci in faccia e fare i conti con noi stessi. Capire chi siamo, cosa vogliamo davvero nella vita e cosa invece va cambiato. Io non sono mai stato da solo per così tanto tempo. E oggi, dopo 25 giorni, vi dirò una cosa che vi sembrerà impopolare, ma io sto bene.
Certo, mi manca tutto quello che vi ho raccontato, penso a chi sta combattendo in prima linea o ha perso qualcuno che non potrà rivedere. E ovviamente sono preoccupato per le mie aziende, per la nostra Italia e soprattutto per quello che accadrà dopo. Ma sono anche molto fiducioso per il futuro. Perché tutto questo non posso cambiarlo, posso fare solo la mia parte restandomene in casa. E quando non puoi cambiare le circostanze del presente, allora l’unica cosa intelligente che ti resta da fare è sfruttarle per costruire il futuro.
Quante volte abbiamo sentito dire che dalla crisi nascono le opportunità? Dunque analizziamo la situazione: non possiamo uscire, il mondo intorno a noi si è fermato, e abbiamo un sacco di tempo libero. Tutto il tempo che ci serve per capire cosa vogliamo fare e metterlo in pratica. Studiare, allenarsi, progettare, lavorare alle nuove idee o migliorare le proprie competenze. È la nostra più grande opportunità in questa tragedia. Possiamo approfittarne adesso per avvantaggiarci ed essere pronti ad affrontare la nuova vita che ci aspetta quando usciremo. Non c’è scusa per chi non ci prova.